L’addio a Pippo Baudo. “Amava Bologna, era legato a Morandi e Dalla”

Bologna, 17 agosto 2025 – "Amava Bologna, l'atmosfera semplice, senza sovrastrutture, la musica jazz fatta per strada. Pippo Baudo era felice qui". A ricordarlo è Paolo Alberti, ideatore de La Strada del Jazz e grande amico del conduttore scomparso nella serata di ieri, sabato 16 agosto. Fu lui a invitarlo in due occasioni alla manifestazione, nel 2015 e nel 2021, come ospite d'onore. "All’inaugurazione, a settembre, gli dedicheremo un ricordo - prosegue Alberti -. Pippo amava il jazz: ha iniziato suonando con passione il pianoforte nell’orchestra Moonlight. Erano gli anni Cinquanta". La famiglia, però, lo preferiva laureato e con un lavoro ‘serio’. Più volte raccontò in televisione che, la sera prima della laurea in Legge, presentò 'Miss Sicilia' in provincia di Ragusa. Ripartì all'alba su un furgoncino, sdraiato in mezzo a frutta e verdura, e arrivando a Catania appena in tempo per la discussione della tesi. Il resto è storia.

La seconda volta a La Strada del Jazz, quattro anni fa, l'orchestra diretta da Sandro Comini suonò gli arrangiamenti di Donna Rosa, La Quadriglia e Una domenica così. Canzoni che Baudo scrisse ispirandosi ai grandi pianisti della tradizione afroamericana. Fu Gianni Morandi a portare al successo l'ultimo dei tre brani: "Quello con Gianni è il rapporto umano e professionale che mi lega storicamente a Bologna", disse Baudo al Carlino. Lo confermano le parole commosse del cantante bolognese alla notizia della scomparsa dell'amico: "Sono molto addolorato - ha scritto sui social -. Io, personalmente, gli devo molto, mi aiutò a superare il mio periodo di crisi, agli inizi degli anni Ottanta, con i suoi preziosi consigli e invitandomi alle sue trasmissioni. Grazie Pippo, per quello che hai fatto per me e per la tua amicizia. Ti vorrò sempre bene".
"Quei momenti senza età, i calici di Lambrusco e Sangiovese"Quell'anno sul palco assieme a Baudo, c'erano Edoardo Vianello e Fio Zanotti. Con Fio, erano amici di Sanremo (e non solo). "Il modo in cui Pippo mi annunciava alla direzione dell'orchestra era entusiasmante: salivo sul palco con una carica incredibile - racconta Zanotti -. Ricordo, per esempio, l’esibizione con Anna Tatangelo. Scrissi per lei Doppiamente Fragili. Volevo concludere il brano solo con la parola 'doppiamente', fu Pippo a suggerirmi di aggiungere 'fragili' perché, disse, 'doppiamente' da solo non vuol dir niente. Aveva ragione, e quel brano vinse Sanremo Giovani”. Zanotti e Alberti lo ricordano come "una sorta di enciclopedia vivente". "Passavamo serate bellissime al telefono - dice Paolo -. Era curioso, attento, lucido. Un vero maestro. E quanti scherzi ci siamo fatti: erano momenti senza età, goliardici, ci prendevamo in giro. Ad accompagnare le risate c'era un calice di Lambrusco o di Sangiovese, che amava. Elementi imprescindibili di questa terra".
Il rapporto con Lucio DallaA Bologna, Pippo Baudo era legato anche dall'amicizia con Lucio Dalla. "Ebbi il grande onore di ascoltare in anteprima uno dei suoi capolavori, Caruso - raccontò Baudo in un'intervista al Carlino -. Allora conducevo Fantastico, e lo invitai a presentarla in tv. Lui mi disse che si sentiva piccolo di fronte a un artista come Caruso e non voleva. Alla fine, dopo aver insistito, dopo telefonate a ogni ora, accettò di venire nel mio programma. Ma un patto. Non avremmo fatto ascoltare la canzone, ma la registrazione, mentre lui sarebbe stato in silenzio, immobile, inquadrato dalle telecamere. Per me, qualsiasi cosa avesse deciso, andava bene. Lucio era un genio. Facemmo così. L’anno dopo uscì quello che sarebbe diventato un altro suo grande successo, Attenti al lupo. Questa volta fu lui a chiamarmi, mi propose di averlo come ospite, ma con altro patto. Voleva non solo cantare, ma anche ballare. E naturalmente facemmo come voleva lui".
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